28 aprile 2016

Intervista a Livio Gambarini

una bevuta in compagnia sul blog letterario de le tazzine di yoko - interviste
Oggi, per la nostra rubrica “Una bevuta in compagnia”ospitiamo Livio Gambarini, autore del romanzo fantasy-storico Eternal War che abbiamo recensito da poco.
Intervista a Livio Gambarini A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)

Benvenuto nel nostro salottino virtuale, gradisci un caffè o un cappuccino? Qualche biscotto per accompagnare la bevanda?
Grazie dell’invito, Chiara! Sorseggerò del buon caffè nero e magari ruberò uno di quegli stuzzicanti cupcake che vedo lì… ma conoscendomi so già che farò un disastro di briciole virtuali.
  • Parlami di te, com’è nata la tua passione per la scrittura?
  • La scrittura mi ha sempre attratto, come il disegno e la recitazione. In terza elementare ho preso in prestito la macchina da scrivere di mia madre per stendere una storia ispirata al videogame che mio fratello maggiore stava giocando. Ho sempre letto molto. Alla fine delle scuole superiori ho deciso di studiare Lettere Moderne per assecondare la mia passione e i miei sogni di scrittura, anche se col tempo mi sono un po’ pentito di quella scelta, che da un lato mi ha fornito una buona cultura di base ma dall’altro ha contribuito davvero pochissimo a realizzare il mio progetto.

  • Il fantasy-storico non è un genere molto conosciuto, in Italia, come ti ci sei accostato?
  • Prima di Eternal War avevo scritto un romanzo storico dal titolo Le colpe dei padri, ambientato in Lombardia nei primi decenni del Trecento (di cui a brevissimo uscirà il sequel). Ho dovuto svolgere una ricerca lunghissima e il medioevo mi è in qualche modo rimasto in testa. Dovendo scrivere un fantasy corto e strutturalmente complesso (per via dell’alternanza Spirito/Materia), ho quindi scelto un taglio narrativo rapido, semplice e trasparente. Non ho adottato punti di riferimento specifici all’interno dell’historic fantasy: per quanto da ragazzo abbia letto qualcosa di Turtledove, il riferimento stilistico principale di EwgEdS è senza dubbio lo Swanwick de Gli Dei di Mosca, in cui ho sciacquato i miei panni mentali durante tutta la stesura. L’Italia ha un patrimonio storico, culturale e paesaggistico mostruosamente vasto: trovo sorprendente che così pochi tra gli innumerevoli aspiranti scrittori italiani di fantasy si sia accorto di tale ricchezza e l’abbia usata nei suoi romanzi. Quasi tutti continuano ad ambientare le loro storie in secondary world seguaci dell’immaginario di Tolkien o dei nostri contemporanei americani, mentre a me piacerebbe semmai leggere fantasy ispirati all’Impero Romano, alle repubbliche marinare o alle faide tra organizzazioni mafiose. Senza nulla togliere agli elfi, i nani e i maghi viandanti del nord Europa, noi abbiamo un repertorio quasi inesplorato di sirene, mostri marini, sabba stregoneschi, inquisitori e tanto altro, che aspettano solo di trasformarsi in storie!

  • Com’è nata l’idea che ha portato alla stesura di Eternal War?
  • eternal war-cover-le tazzine di yokoParecchi anni fa scoprii l’esistenza di una disciplina psicoterapica non riconosciuta dalla psicologia ufficiale, le Costellazioni Familiari. Secondo questa disciplina, alcuni dei comportamenti e delle abitudini nocive che le persone hanno più difficoltà a modificare in loro stesse, sono causate da “dinamiche sistemiche” di cui le persone non sono coscienti, che si estenderebbero attraverso più generazioni di una determinata famiglia spingendo i suoi membri a compensare o a ripetere le azioni di parenti o antenati. Non so dir nulla sull’efficacia di tale pratica, ma il concetto mi ispirò moltissimo: mi suggerì l’idea di uno spirito invisibile che influenzava in modo sottile gli apparteneneti a un determinato ceppo familiare. Me lo annotai sul quadernetto delle idee, e tempo dopo vi aggiunsi come possibile collegamento gli spiriti Penati della religiosità romana antica. Quando Acheron Books mi chiese di proporre alcuni concept per storie fantasy adatte a rappresentare il fantastico italiano presso il pubblico estero, mi è sovvenuto che la famiglia è tradizionalmente uno dei valori fondamentali della cultura del nostro paese. L’ultimo tassello del puzzle è stata la scelta del periodo storico: l’idea generale è molto flessibile e la si poteva applicare a qualunque setting da Cristo ai giorni nostri. Acheron mi chiese di legare il concept a qualche famoso personaggio della storia italiana, e così proposi Dante Alighieri e Guido Cavalcanti. Quello era il periodo degli scontri tra le famiglie guelfe e quelle ghibelline: la cornice ideale per mostrare all’opera gli spiriti che avevo in mente. Tutto combaciava alla perfezione!

  • Che cos’è un Ancestrarca?
  • L’Ancestrarca è lo spirito custode di una famiglia. Più è antica la stirpe, più l’Ancestrarca è potente. Lui a tutti gli effetti è la famiglia, di cui distilla in sé i comportamenti, le priorità, i successi e i fallimenti. Un tempo, forse, questi spiriti invisibili sorvegliavano e proteggevano le persone della loro famiglia senza interferire con le loro scelte (cosa che possono fare, dal momento che l’affinità con le anime dei consanguinei consente loro di influenzarne le emozioni). Col mutare dei tempi e della società, questi spiriti cambiarono mentalità e presero a ragionare come imprenditori. Spingendo i propri esseri umani a intraprendere certe azioni e ad evitarne altre, gli Ancestrarchi più astuti riuscirono a consolidare le fortune delle loro famiglie e ad accrescere di conseguenza il proprio rango nel mondo degli Spiriti. Convinti quindi di essere gli unici in grado di salvaguardare gli interessi della famiglia attraverso i secoli, gli Ancestrarchi antichi finiscono regolarmente per considere del tutto secondari i sogni, le speranze e le volontà dei loro esseri umani. Tali spiriti diventano a tutti gli effetti burattinai di anime, che impediscono a uomini e donne di ragionare liberamente quando qualcuna delle loro azioni andrebbe contro gli interessi della famiglia.
    La “biologia spirituale” degli Ancestrarchi è come quella delle api regine. Il loro stadio larvale è quello di fantasma, l’anima disincarnata del capofamiglia, che dopo la morte sceglie di non sparire nell’Aldilà, ma di rimanere accanto ai suoi cari e di sorvegliarli nel reame dello Spirito. Con l’andare degli anni e della comunione con altre anime di familiari morti dopo di lui, l’Ancestrarca diventa più forte e sviluppa nuove capacità spirituali, che gli permettono di levitare, fare patti con altri spiriti e far nascere figli robusti o talentuosi ai propri umani.

  • Parlami di Kabal, il protagonista indiscusso del romanzo: chi è e cosa vuole?
  • Guido Cavalcanti-le tazzine di yokoKabal ha due secoli di età: è uno dei più giovani tra gli appartenenti alla Prima Cerchia di Firenze, il ristretto anello di Ancestrarchi che possono parlare direttamente al Giglio d’Argento, all’Arno, ai Santi Patroni e agli altri spiriti superiori della città. Fa parte della fazione guelfa e pertanto è sotto l’autorità di Don, l’Ancestrarca della plurisecolare famiglia Donati. Il suo nemico principale è Chiaranima, il possente spirito che guida la famiglia Uberti e tutto lo schieramento ghibellino.
    Kabal è l’essenza della famiglia Cavalcanti fino alla generazione prima del poeta Guido: ateo, astuto, gran commerciante e intrigante coi fiocchi, il suo unico scopo è arricchire i suoi umani e accaparrare quanta più Virtù spirituale possibile. Nella Firenze del tardo medioevo, non si fa il minimo scrupolo di ingannare, schiacciare e manipolare nemici e amici per il proprio tornaconto. È un pianificatore che talvolta cede alle lusinghe dell’azzardo; non disdegna di compiere piccoli atti di gentilezza, ma con l’andare delle generazioni essi diventano sempre più rari.

  • Come mai hai scelto come protagonista proprio Guido Cavalcanti? Cosa ti ha affascinato di lui tanto da sceglierlo come protetto di Kabal?
  • Le poche tracce che abbiamo di lui al di fuori dell’ambito letterario ne parlano come di un uomo eccezionale. Per i suoi contemporanei era “Lo meglior loico d’Italia”, dunque una persona dalla mente finissima. Ma fu anche guerriero, politico e talentuosissimo poeta, insomma un personaggio fin troppo dotato, che narrativamente sarebbe assai rischioso usare come protagonista se non gli mettessimo alle spalle Kabal, che di tali doti è demiurgo, attraverso un rischiosissimo investimento di Virtù spirituale che attira attenzioni indesiderate e continua a metterlo nei guai per tutto il romanzo.

  • Parlami degli Estinti: che cosa sono? Cosa succede a un Ancestrarca catturato da un Estinto?
  • Quando qualcuno muore senza eredi, il suo Ancestrarca si estingue insieme a lui. È una legge del mondo dello Spirito. Ma a Roma non vale: Roma è la Città Eterna e i suoi spiriti sono immuni alla morte. In compenso possono impazzire. Gli Estinti sono spettri misteriosi che infestano Roma. Gli Estinti sono quel che resta dei Penati delle antiche famiglie romane, i progenitori degli Ancestrarchi ormai ridotti a gusci vuoti e immortali. Attaccano qualunque Ancestrarca metta piede a Roma in una schiera innumerevole e inarrestabile; se riescono a catturarne uno, lo fanno a pezzi per estrarne la Familiarità. Non è chiaro perché lo facciano; forse in quel modo possono illudersi di avere ancora una famiglia a cui badare, almeno per qualche istante. Dell’Ancestrarca non rimane nulla, e cosa gli accada esattamente non è dato sapere.

  • Uno degli altri protagonisti del romanzo è Dante Alighieri, parlami del suo rapporto con Guido.
  • Dante Alighieri-le tazzine di yokoStoricamente, pare che il primo incontro tra Dante e Guido avvenisse per lettera, amichevolmente e con la fama del secondo già piuttosto diffusa: Dante chiedeva a Guido feedback su una sua composizione e quello rispondeva di esserne positivamente impressionato. Fu quello l’inizio di un fruttifero sodalizio personale e letterario. Nella finzione ho preferito creare fra questi due giganti della poesia medievale un primo incontro meno idilliaco: li ho messi in contrasto l’uno con l’altro e ho lasciato che la loro stima reciproca si costruisse poco a poco. In questo modo ho potuto introdurre alcuni aspetti caratteriali del “mio” Dante: la timidezza, l’ego gonfio e sporcato di invidia e l’incapacità, quella tipica del genio, di affrontare il mondo e i suoi compromessi. Ciascuno di questi tratti caratteriali mi venne ispirato da qualche passo delle composizioni dantesche o dalle tenzoni letterarie comiche in cui il Sommo poeta venne coinvolto, e saranno fondamentali nel secondo romanzo della trilogia.

  • Cosa ne pensi, da autore, del panorama fantasy italiano?
  • Beh, è abbastanza desolante. I lettori italiani di fantasy sono esterofili, e la causa è un problema complesso la cui responsabilità secondo me è divisa in modo abbastanza equo tra gli autori italiani di fantasy e gli editori. Ho già accennato alla mia insofferenza verso il fantasy italiano d’imitazione: mi frustra vedere quanta gente si ostini a ignorare le potenzialità delle nostre radici storiche e mitologiche, ricopiando all’infinito Tolkien e il fantasy alla Dungeons & Dragons. Come se fosse l’unico fantasy possibile, come se escogitare strade nuove significasse tradire un’etica. Purtroppo una larga parte degli autori fantasy che ho incontrato (autopubblicati e non) ha un approccio molto dilettantesco, scrive quel che gli piace senza tener conto di fattori fondamentali come la coerenza delle storie, lo stile, le esigenze del mercato e la conoscenza del pubblico a cui si rivolge. Ancora nel 2016 si sente dire “Per scrivere basta leggere molti romanzi”, come se fosse abbastanza. Non mi sorprende che siano così pochi a emergere…
    Però l’altra metà del problema è innegabilmente sistemica: gli ambienti culturali ed editoriali italiani sono notoriamente impermeabili al cambiamento e vedono il fantasy come un genere commerciale vuoto e di pura evasione. Perciò le loro politiche aziendali lo plasmano allo stesso modo nella percezione di chi entra nelle librerie di catena – che oggi sono una percentuale schiacciante del totale. Per fortuna negli ultimissimi anni il cinema e gli show televisivi stanno iniziando a intaccare quell’impermeabilità, e di recente stiamo assistendo a una fioritura di nuovi autori, libri e idee. Speriamo che sia una primavera, e non un colpo di Scirocco!

  • Il tuo romanzo è edito da Acheron Books una casa editrice che, confesso, ho scoperto da poco. Cosa mi puoi dire della tua esperienza con loro?
  • libro e tazzaAcheron Books è una casa editrice anticonvenzionale, partita con l’idea di conquistare il mondo. Ora sta un po’ ridimensionando le sue mire e penso che sia un bene: meglio porsi obiettivi ambiziosi ma raggiungibili. Devo dire che mi sono trovato diverse volte discorde con la loro politica editoriale, ma generalmente un punto di contatto alla fine lo si è sempre trovato. Sono profondamente grato ad Acheron per avermi tradotto in inglese, e di avermi introdotto in una scuderia che comprende Luca Tarenzi, e da qualche settimana anche Marco Cardone!

  • Hai già in cantiere un nuovo romanzo?
  • Il mese prossimo uscirà per Silele Edizioni I segreti delle madri, il romanzo storico che prosegue i fatti de Le colpe dei padri in una trilogia che si concluderà con un futuro Il destino dei figli. Il libro appena ultimato è senza dubbio il più ricco e complesso che abbia scritto finora, con moltissimi personaggi realmente esistiti, numerosi colpi di scena e un’accurata ricostruzione del Trecento lombardo. Spero che il romanzo eguagli le soddisfazioni datemi dal suo predecessore! In estate comincerò i lavori per il seguito di Eternal War, ma da qualche tempo ho anche in mente un romanzo completamente diverso, un mainstream letterario ambientato ai giorni nostri e concentrato sulla tematica dei disturbi alimentari… Chissà se mai lo scriverò e quando!

  • Per chiudere la nostra intervista ti chiedo di salutare i nostri lettori come farebbe Kabal.
  • Lettori? Puah! A meno che leggano le poesie del mio Guido, che mi fruttano Fama, leggere è come struggersi per le pene d’amore: un’inutile perdita di tempo. Ho ben altro da fare che stare a parlare con voi plebei! (Livio: Non dategli retta, vi è davvero molto grato per aver seguito le sue avventure!)

    Grazie per essere stato nostro ospite e buona fortuna per i tuoi progetti futuri.
    Grazie a te e a tutti i lettori del blog!
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