oggi per la nostra rubrica Un bevuta in compagniaabbiamo il piacere di ospitare Glinda Izabel. Blogger e scrittrice, QUI potete leggere la mia recensione al suo romanzo “Shades of life”.
Intervista ad Glinda Izabel A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)
Benvenuta al nostro tavolino virtuale Glinda, accomodati pure. Posso offrirti una tazza di cioccolata, un cappuccino o qualcos’altro?
Ciao Chiara, grazie mille per questo tuo graditissimo invito. Il tuo angolino è delizioso e oggi avrei proprio voglia di una tazza di cioccolata, visto il tempo grigio.
- Ti faccio i miei complimenti per il tuo bellissimo blog, è uno dei pochi che seguivo prima di cominciare a collaborare con Yoko. Com’è nato l’Atelier? Oh, be’, se volevi farmi arrossire ci sei riuscita! Il mio blog è un po’ una seconda casa per me, sapere che tanti lettori e tante brave blogger (come te) lo reputano un posticino in cui rifugiarsi mi rende molto felice. Atelier dei Libri è nato per gioco in un pomeriggio d’estate dell’ormai lontano 2009. Da lettrice accanita seguivo molti blog e il pensiero di aprirne uno mio mi ossessionava. Allora vivevo un momento di grande difficoltà emotiva ed è stato proprio quel blog dalle tinta rosa pastello ad aiutarmi a superarle!
- Il tuo libro ha vinto il concorso letterario I-Fantasy indetto dalla Fazi Editore, com’è stato vincere un concorso così importante?
- La cover di Shades of life è davvero molto suggestiva come l’hai scelta? Chi l’ha realizzata? Ecco che arrossisco di nuovo. La cover è stata realizzata interamente da me! Non sono un grafico professionista e sono sicura che un professionista avrebbe potuto fare magie, ma ho deciso di contare solo sulle mie forze e sono stata felice del risultato.
- La protagonista della storia, Juniper Lee, è un fantasma, un’adorabile ragazza morta, come mai hai deciso di scrivere proprio di uno spettro? Credo che la mia scelta sia stata influenzata dal grave lutto familiare che ha cambiato la mia vita. Avevo bisogno di rendere più dolce la morte, per così dire. Perciò immaginare che la morte non fosse in realtà la fine di tutto è stato un pensiero confortante. In effetti mi ha fatto bene.
- Mi parli di Juniper?
- Pur essendo due spettri Logan e Juniper possono passeggiare per le vie di Savannah mano nella mano, mi parli, in generale, di quello che possono fare e dei limiti imposti dalla loro natura?
- Juniper dialoga spesso con la propria coscienza che lei ha chiamato Adelaide. I battibecchi tra le due sono molto divertenti. Chi è Adelaide e com’è nato il suo personaggio? Adelaide è la voce della ragione, quella che mette fine ai vaneggiamenti di Juniper, che da un freno alla sua teatralità, alla sua tendenza a divagare e fare un dramma per ogni cosa. Diciamo che, in parte, nella sua schiettezza si può leggere il mio bisogno di mettere a tacere Juniper e contenere la sua indole iperattiva. E’ attualmente uno dei personaggi a cui sono più affezionata.
- Potresti scegliere, per i nostri lettori, una citazione tratta dal tuo romanzo? «Da quanto tempo eri sola, Juniper?», mi chiese dopo qualche secondo di silenzio interrotto solo dalle voci lontane degli altri visitatori del cimitero. Era tornato alla sua versione più seria e posata.
- Quali sono i tuoi futuri progetti letterari? Stai lavorando a un nuovo libro?
L’esistenza solitaria della dolce Juniper ha fine quando incontra Logan. Cosa mi racconti di lui?
Be’, Logan è Logan. Un bimbo sperduto nel corpo di un ragazzo troppo bello per essere vero. Un’anima tormentata che non conosce il proprio destino, un eterno romantico affezionato alla vita. Purtroppo le esigenze del concorso mi hanno impedito di dare ancor più spazio alla sua interiorità, al suo tormento, alla sua storia. Ma c’è sempre tempo per rimediare, non è così?
Ci pensai per qualche secondo, poi dissi: «Non so. Da troppo».
«È una vera fortuna, allora, che il destino oggi mi abbia condotto da te. Credo che tu avessi un gran bisogno di essere salvata, proprio come ne avevo io».
Nella mia esistenza non avevo mai sentito nulla di più vero.
«Pensi che il nostro incontro fosse scritto nelle stelle?». La mia voce era accesa da un sorriso, il mio stomaco era zeppo di farfalle impazzite.
«Non c’è dubbio. Quando ti ho vista ho capito che il destino aveva deciso di farsi perdonare per l’inferno a cui mi aveva condannato». L’intensità con cui mi guardò a quel punto rischiò di farmi diventare una torcia umana. I suoi occhi erano pennellate di cielo notturno e profondità marine, abissi in cui smarrirsi senza remore.
Ti ringrazio per la tua disponibilità e ti faccio un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.
Grazie a te e viva il lupo! Spero di poter tornare presto a trovarvi.
Shades of life mi piace molto :)
RispondiEliminaispira parecchio anche a me :3 ce l'ho nel tablet, prima o poi lo inizio! _yoko
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