Ciao a tutti,
oggi vi parlo di Bokurano, un anime di 24 episodi
dal character design non particolarmente impressivo, ma dalla trama
geniale, travolgente e densa di avvenimenti e di riflessioni.
Bokurano significa “il nostro gioco”: l’anime è stato tratto dal manga di Mohiro Kitoh, uscito in Italia per Kappa Edizioni. Il successo del manga ha portato alla serie televisiva, mai apparsa da noi, trasmessa in Giappone nel 2007. L’anime
racconta di un gioco crudele che costringe 15 ragazzini prescelti a
combattere contro 15 misteriosi robot e questi scontri sono mortali…
TRAMA:
In un piccolo villaggio sul mare, un gruppo di quindici ragazzi e
ragazze di prima media sta frequentando un corso estivo di biologia
marina. Durante una gita sulla spiaggia, in fondo a una grotta, scoprono
un laboratorio pieno di attrezzature e computer, e lì fanno la
conoscenza di un uomo misterioso che si presenta con il nome di
Kokopelli. L’entusiasmo dei giovani sale alle stelle quando scoprono che
lo strano personaggio è un programmatore di videogame, con una sorpresa
in serbo per loro: la possibilità di testare il rivoluzionario progetto
a cui sta lavorando. Il realismo del gioco si rivela subito
terrificante, non solo per l’indiscutibile qualità della progettazione,
ma soprattutto perché uno dei ragazzi muore al termine del primo
scontro…
RECENSIONE DI VALY:
Direttamente nei miei preferiti… cinque tazzine tondissime.
Bokurano è un anime dal quale non ci si aspetta molto, ma che stupisce. E stupisce in grande stile, da tutti i punti di vista.
La storia ci presenta un gruppo di ragazzini sui dodici/ tredici
anni che in gita al mare decidono di esplorare una grotta e all’interno
trovano un laboratorio pieno di computer e fanno la conoscenza di un
uomo misterioso e ingannevole, Kokopelli. Lo sconosciuto propone loro un gioco che pare divertente ed esaltante: ogni ragazzino deve
siglare un contratto in modo ufficiale e poi potrà combattere
all’interno di un robot alto 500 metri che piloterà con la propria forza
vitale. Lo scopo è vincere contro altri 15 robot, o il proprio mondo
scomparirà. Praticamente tutti i ragazzi accettano (anche se con qualche dubbio), siglano il contratto e diventano ufficialmente i partecipanti del gioco. I ragazzini sono felici perchè pensano che sia solo un “gioco”, che combatteranno per la salvezza del pianeta e diventeranno degli eroi senza alcun rischio.
Ben presto si accorgeranno che quello a cui hanno deciso di partecipare non è un bel gioco, anzi. Ci sono combattimenti reali
e all’ultimo sangue da cui non possono tirarsi indietro per una serie
di regole e “o si vince o si perde”, che tradotto in Bokuranese diventa
“o si muore o si muore”!
L’anime è suddiviso in episodi, in cui ogni pilota affronta il
suo nemico e l’attesa di ogni battaglia è il momento in cui si mostra la
storia personale del pilota di turno.
Chi sono questi piloti? Ragazzini che per la loro giovane età mai hanno riflettuto sulla vita o sulla morte. Ciascuno
di essi affronta la costrizione a combattere a modo proprio, cercando
di risolvere negli ultimi momenti di libertà prima della battaglia i
problemi irrisolti (tutti ne hanno qualcuno).
Ciascuno riflette sulla propria morte in modo differente, ma la paura della morte è una dominante dell’intero anime. E qui non è uno scherzo, Bokurano significa davvero morte, i partecipanti
al gioco muoiono uno dopo l’altro, lasciando ai restanti giocatori una
tristezza, una rabbia e una determinazione senza precedenti. Le reazioni
dei personaggi sono realistiche e coerenti con le rispettive
personalità. Questi ragazzini si trovano parte di un gioco a regole
sadiche e crudeli, devono fare i conti con loro stessi e anche se
vorrebbero far vedere così agli altri, nessuno di loro vuole
sacrificarsi per il bene del pianeta. Non ancora, non così presto. “Perchè proprio io?” e “Perchè non ci può essere un altro modo?” sono domande ricorrenti che tormentano i ragazzini.
La trama è originale e curata nel dettaglio, il gioco ha
regole precise e stringenti dalle quali non si può scappare. Bokurano è
assolutamente geniale. Il “paranormale” si integra a perfezione con il
“psicologico” e ne esce fuori una storia sì con robot, scontri, piloti,
entità non di questo pianeta e mondi paralleli, ma con anche e
soprattutto lo studio dell’animo umano, delle sue paure, dei suoi limiti e delle sue fragilità.
Bokurano scava a fondo nel conscio e nell’inconscio, fa venire allo
scoperto luci e ombre della mente umana e dei rapporti tra singoli e tra
il singolo e la società in cui vive. A me è piaciuto veramente tanto,
anche se all’inizio può risultare un po’ pesante entrare nell’atmosfera angosciante dei lutti che si perpetuano di puntata in puntata.
Ciò che sembra un gioco da bambini e un anime con protagonisti ragazzini, è invece un
prodotto di qualità che intrattiene e appassiona e che non manca di
stupire con colpi di scena, tradimenti inaspettati e retroscena
impensati. Una menzione speciale anche per la sigla
introduttiva “Uninstall” che aiuta a immedesimarsi nella vicenda ed è
evocativa. Consiglio la visione di Bokurano a tutti!
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