30 maggio 2016

Recensione a "Il Dio del dolore" di Francesco Brandoli

Francesco Brandoli - le tazzine di yoko
Buongiorno cuplovers!Oggi vi parlo di “Il Dio del dolore” di Francesco Brandoli, un romanzo fantasy che vi porterà su un pianeta lontano governato da divinità crudeli, dove il sole è scomparso, e la preghiera di un bambino farà giungere Ashioka, il Dio del Dolore e della Morte.
L’arrivo di Ashioka segnerà la fine per il pianeta e i suoi abitanti o sarà un nuovo inizio?
nel piattino abbiamo: fantasy classico 01 - compulsivamente lettrice - 3 torta fantasy sul blog letterario de le tazzine di yoko
il dio del dolore-le tazzine di yoko

Il Dio del dolore 

Francesco Brandoli
Edito da Tabula Fati (01 gennaio 2014)
Pagine 173
€ 14,00 cartaceo
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TRAMA DELL’EDITORE
Esiste un dio creatore di tutte le storie, di tutti gli altri dei e anche del giovane Ashioka, Dio del Dolore e della Morte, da sempre tormentato sulla natura del proprio ruolo nell’Universo. Nel cosmo che Ashioka ha il compito di sorvegliare affinché l’equilibrio resti inalterato, esiste un pianeta rosso, Amhambara, desertico e inospitale, dove il sole sembra essersi addormentato, lasciando i suoi abitanti perennemente avvolti nell’oscurità. Questo fatto è all’origine di una guerra decennale tra le due etnie che ci vivono: i pacifici Zaffiri, coltivatori e artigiani, amanti della natura, e i rozzi Sassosi, popolo di negromanti e minatori. Le loro continue battaglie giovano al Dio della Guerra, che ha dato il proprio nome al pianeta e che dai Sassosi viene adorato e rispettato insieme ai propri figli: Violenza, Distruzione, Crudeltà e Disperazione. Starà ad Ashioka capire perché il sole sia sparito e dove stia dormendo, ma anche cessare gli scontri e riportare la pace, ricomponendo un quadro antico e ancora valido, quello in cui la vita è un continuo susseguirsi di cicli e dove la morte non è la fine ma un nuovo inizio.
RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Tre tazzine e mezza… la classica lettura che si definisce carina.
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Il pianeta Amhambara è un luogo brullo e inospitale. Il sole è scomparso da tempo, lasciando il posto a un’oscurità perenne, i fiumi e i laghi sono spariti così come gli alberi. Il pianeta è governato dal dio della Guerra, Amhambara, e dai suoi figli. Oltre agli dei ci sono due popolazioni: i crudeli Sassosi e i pacifici Zaffiri costantemente in lotta tra di loro senza che una delle due fazioni riesca a prevalere sull’altra.
Ashioka, custode del Disegno, arriva sul pianeta per ristabilire l’equilibrio, il Dio della Guerra ha, infatti, sconfinato andando oltre le sue prerogative. Dal suo arrivo sul pianeta, Ashioka affronterà i figli del dio della Guerra, suoi cugini, in dure battaglie.

Amhambara-le tazzine di yoko
Il romanzo si concentra sugli scontri tra Ashioka e le altre divinità che si susseguono uno dopo l’altro. Questo avvicendarsi di battaglie, per altro con il medesimo schema e risultato, non mi ha convinto. Ogni volta, Ashioka sembra sul punto di perdere lo scontro per poi sconfiggere i propri avversari. Del resto Ashioka è la morte e come ricorderà lui stesso più volte ai suoi nemici: non può morire!
Peccato che nessuno degli altri dei riesca a capirlo e, quindi, a cercare qualche altro modo per fermarlo. Ashioka trova un valido alleato nel prode Apollonio, comandante dell’esercito Zaffiro. I due andranno alla ricerca di alleati per sconfiggere l’esercito dei Sassosi e mettere fine alla guerra.

In questo romanzo la contrapposizione tra bene e male è più che mai netta. Gli dei contro cui Ashioka si trova a combattere sono la personificazione di sentimenti quali Crudeltà e Violenza e, se anche viene mostrato che gli dei possono riconsiderare il loro ruolo, solo uno di loro riuscirà davvero a farlo.
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