12 maggio 2016

FOCUS ON: ambientazione come e dove?

dentro la tazza sul blog letterario de le tazzine di yoko - rubrica focus on
Buonasera cuplovers!
Come sapete ogni tanto mi capita di incappare in qualche discussione interessante su facebook, discussioni che, in qualche modo, mi fanno riflettere su un determinato argomento….in questo caso l’ambientazione.

paesaggio fantasyL’ambientazione può avere un ruolo più o meno rilevante in un romanzo, può essere di fantasia, oppure realistica ma, come tutte le cose, dev’essere fatta per bene.

Se l’autore decide di ambientare il suo libro in una città straniera come Londra o New York deve documentarsi molto accuratamente, non solo sulla disposizione di monumenti e piazze, sui percorsi della metro e sulle distanze (quando i protagonisti devono spostarsi da un luogo all’altro), ma anche sui modi di dire e di comportarsi degli americani, piuttosto che degli inglesi etc…
Mi è capitato, alcune volte, di leggere romanzi di autori italiani ambientati all’estero dove le descrizioni dei luoghi visitati dai protagonisti erano molto scarne e …evidentemente prese da qualche guida turistica. Purtroppo, se non si è stati nel paese in cui si ambienta il proprio libro e ci si deve affidare alle descrizioni che si trovano sulle guide turistiche bisogna lavorarci molto per renderle più realistiche possibile. Il lettore deve avere l’impressione che l’autore sia davvero stato in quella città, e questo non si ottiene semplicemente citando monumenti famosi.
Un autore non può ambientare un romanzo in una città straniera se non l’ha visitata di persona? Ovviamente no, può ambientare il suo romanzo anche sulla luna, ma deve documentarsi in maniera approfondita.
Mi è capitato di leggere romanzi ambientati, ad esempio, nella città X e… praticamente non “vedere” la città. Descrizioni di palazzi che potrebbero trovarsi in qualsiasi parte del mondo – nomi di strade che sembrano “buttate lì a caso” -, questo rovina, in parte, la lettura. Certo, se la trama è avvincente, i personaggi indimenticabili e la scrittura impeccabile, anche tenendo conto delle pecche dell’ambientazione, ci troviamo comunque di fronte a una lettura piacevole. Ma perché non fare uno sforzo in più?

New York-le tazzine di yokoSe, invece, l’autore ambienta la storia in un mondo immaginario, pur essendone il signore e padrone, deve comunque stare attento ad essere coerente. Se una torre è altissima, non è possibile che il/la protagonista arrivi in cima in pochissimo tempo (a meno di usare qualche espediente magico). Se il regno Y viene descritto in un certo modo, a meno di cataclismi di varia natura, se il protagonista torna a visitare il regno Y dev’essere più o meno come la prima volta che l’ha visitato. Insomma non basta dire: “tanto è fantasy”.

E voi, cosa ne pensate? Credete che un autore debba ambientare le sue storie solo in luoghi che ha visitato personalmente?
Siete degli autori? Quanto tempo dedicate allo studio dell’ambientazione??
Dite la vostra :) siamo curiose!
SCRITTO DA Strega del Crepuscolo (Chiari)
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