4 giugno 2015

Seconda tappa BLOGTOUR dedicato a "L'ultima volta che ti ho detto addio"

blogtour lultima volta che ti ho detto addio - le tazzine di yoko
    Buongiorno cucchiaini,
    oggi siamo felici di ospitare la seconda tappa del BLOGTOUR dedicato a “L’ultima volta che ti ho detto addio” di Cynthia Hand ^_^
    Ogni appuntamento di questo blogtour vi svelerà a poco a poco qualcosa del libro che uscirà ufficialmente in tutte le librerie il 16 giugno. La nostra tappa sviscererà insieme all’autrice una forte tematica da lei molto sentita su cui è incentrato il libro: il suicidio. Nella sua vita Cynthia Hand ha dovuto affrontare una dolorosa perdita e questo libro è un pò un suo modo di dire a chiunque di non abbandonare chi soffre.

    Dal romanzo alla vita reale: perché parlare di suicidio?

    Una delle ragioni per cui possiamo appassionarci al genere Young Adult è che non rifugge dalle tematiche difficili, raccontandole dal punto di vista di un adolescente. Questo accade anche nel romanzo “L’ultima volta che ti ho detto addio”.

    Ecco come l’autrice ci racconta un episodio della sua vita personale collegato a questo suo libro:
    Al liceo, una compagna di classe mi confidò di aver pensato al suicidio, raccontandomi come avrebbe fatto se solo avesse avuto il coraggio di compiere quel gesto, se non avesse avuto paura del dolore. In quel momento non le dissi nulla, non raccontai ad altri di quanto lei stesse soffrendo e avesse bisogno d’aiuto.
    Ora, a molti anni di distanza, vorrei solo prendere quella me-adolescente e scuoterla, farle capire che il silenzio è la peggior reazione.
    Ma perché ho reagito in quel modo? Ci sono molte ragioni:
  • non ho preso veramente sul serio le sue parole. Questo perché a volte pensato la stessa cosa, ma in modo totalmente astratto. Cosa sarebbe successo se a un certo punto avessi smesso di esistere. Ho pensato che fosse così anche per lei, ma in realtà questa persona aveva davvero bisogno del mio aiuto;
  • nonostante tutto, per me in quel momento il tema del suicidio era qualcosa che avevo visto solo nei film, qualcosa di estraneo alla vita reale. Una scena in un film dell’orrore o il gesto eroico di un personaggio letterario;
  • non volevo mettere in difficoltà la mia amica. Già pensavo ai colloqui con la famiglia, le terapie, l’imbarazzo… volevo evitare tutto questo. 
  • Così ho scelto il silenzio. Fortunatamente, oggi la mia amica è in buona salute, ha una bella vita, quel pensiero non la tocca più. Lo stesso non è accaduto con mio fratello più piccolo, si è ucciso quando ancora era al liceo. Nessuno è riuscito a comprenderne il motivo.
    Ecco perché ho scritto L’ultima volta che ti ho detto addio, perché bisogna parlare di queste cose, del dolore, non bisogna sentirsi soli. È stato doloroso, ma volevo che fosse un romanzo utile, ecco cosa mi ha spinto a continuare.
    Era arrivato il momento di rompere quel silenzio.
    Un episodio davvero toccante, che già ci può far capire le forti emozioni che ci potrebbe trasmettere questo libro.
    Vi lascio alla trama vera e propria con i dati generici del libro ;) continuate a seguire il blogtour nella tappa di domani sul blog Il colore dei libri!
nel piattino abbiamo: contemporaneo 01 - compulsivamente lettrice - 8 torta contemporanei sul blog letterario de le tazzine di yoko
Lultima-volta-che-ti-ho-detto-addio-le tazzine di yoko

L’ultima volta che ti ho detto addio

(The Last Time we Say Goodbye)
Cynthia Hand
Edito da Harlequin Mondadori (16 giugno 2015)
€ 14,90 cartaceo

TRAMA DELL’EDITORE
Lexie Rigs è un genio della matematica. Tutto per lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni della presenza del fratello, da poco scomparso, non riesce a confidarsi con nessuno. Di certo non lo può dire a sua madre, già convinta che Tyler sia ancora con loro. Non può raccontarlo alle amiche nerd come lei, perché la prenderebbero per pazza. Non può lasciarselo scappare nemmeno con il suo psicanalista: non vuole certo finire imbottita di farmaci. Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone di fronte a quell’assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere reale per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di farlo.
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